Via San Nicolò 32

Italia, Trieste


Luogo esistente
Luogo visitabile
Scheda completata

Arrivo otto trova stanza*: così il 7 marzo del 1907 James Joyce annunciava al fratello, tramite un telegramma non firmato da Firenze, il rientro a Trieste della sua famiglia, dopo sette mesi e sette giorni passati a Roma. Derubato della liquidazione ottenuta dalla banca dopo averla imprudentemente sfoggiata a due avventori di un locale proprio l’ultima sera passata nella città Eterna, James non aveva dato sufficiente preavviso a Stanislaus, il quale si trovò costretto a cercare presso la stessa affittacamere un posto per ospitare, oltre al congiunto, Nora, in attesa del secondogenito, e Giorgio di nemmeno due anni. Trovò in fretta e furia una camera contigua alla propria, attraverso la quale la famiglia Joyce doveva passare per accedere alla sua.

Le due camere si trovavano al terzo piano del palazzo di via San Nicolò n.32, un palazzo tardo settecentesco d’ispirazione cinquecentesca che presentava un pianoterra bugnato al cui centro spiccava un portale in pietra con colonne sormontate da un terrazzo con ringhiera in ferro battuto, appartenente al primo piano, dove si trovavano quattro aule della Berlitz School; al secondo piano vi era un balcone che replicava nelle fattezze quello del piano nobile, ma con dimensioni minori. Al terzo piano, dov’erano le camere di James e Stanislaus, le finestre erano di dimensioni ridotte. Sul tetto, vi era una piccola loggetta a forma di edicola. L’edificio era impreziosito da dettagli di prestigio: motivi floreali ricorrevano nel pregevole portale ligneo, nelle geometrie di ferro battuto della parte superiore della porta d’arco e in quelle delle ringhiere dei balconi; le linee squadrate di finestre e marcapiani ben si armonizzavano con le morbide volute dei capitelli, della chiave di volta e delle ghirlande appena abbozzate sotto il terrazzo più piccolo.

Il palazzo è ancora esistente e parzialmente visitabile, in quanto i piani più bassi ospitano una grande catena di abbigliamento.



Non è certo per quanto tempo James e la sua famiglia vissero in questo palazzo, anche perché usava spesso l’indirizzo della Berlitz come riferimento per ricevere la propria corrispondenza.



*Il telegramma inviato a Stanislaus presenta qualche ambiguità: arrivò alle ore otto del giorno stesso, arrivò il giorno dopo, 8 marzo 1907, oppure usò un modo di dire triestino, sintetizzato, per avvisare che sarebbe arrivato otto giorni dopo? Inoltre Roger Norburn nel suo "James Joyce Chronology" riporta che si fermarono in via San Nicolò 32 solo due giorni, il tempo di trovare un altro alloggio, Renzo S. Crivelli e Brenda Maddox, invece, datano il trasloco dopo la nascita di Lucia, verso novembre. Diversa ancora la ricostruzione di Chester G. Anderson, secondo il quale James al ritorno da Roma si trasferì direttamente (e nuovamente) dai Francini Bruni, noncurante di avere loro recato danno partendo poco dopo aver deciso di dividere l’appartamento (e le relative spese) di via Boccaccio e di aver lasciato anche un debito nei loro confronti.
Noi siamo propensi a pensare che la famiglia Joyce sia arrivata a Trieste il giorno 8 marzo 1907, seguendo le linee guida date da James in questa lettera, inviata al fratello intorno al 12 ottobre 1905, in cui gli spiega come dare comunicazioni brevi ma comprensibili in un telegramma, data compresa:
A Stanislaus Joyce
Via S. Nicolò 30, II, Trieste, Austria

Caro Stannie Ho parlato oggi col direttore. Devi seguire l’itinerario
Londra - Amburgo - Vienna - Trieste. Appena ricevi questa o al più
presto possibile devi telegrafare per dire in che giorno puoi sicuramente
lasciare Dublino. Ecco come devi comporre il telegramma.
Joyce
Indirizzo - Berlitz School
Trieste
Testo - (per esempio)
Quattordici
(senza firma)

Il che fa solo cinque parole. ‘Quattordici’ vorrebbe dire che puoi
sicuramente partire da Dublino il quattordici di questo mese

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