Via San Nicolò, 30

Italia, Trieste


Luogo non più esistente
Scheda completata

Costretti dalla locataria a lasciare la casa di Piazza del Ponte Rosso n.3, James Joyce e Nora Barnacle ebbero non pochi problemi a trovare qualcuno che affittasse loro casa per via dello stato interessante della donna. Dopo tre tentativi fallimentari, tirarono quindi un sospiro di sollievo quando la signora Canarutto, moglie del tappezziere Moisè, il quale aveva un negozio in Piazza delle Scuole Israelitiche, offrì loro una stanza del suo appartamento al secondo piano di via San Nicolò 30, proprio accanto alla sede della Berlitz School, all’epoca al numero civico 32. La signora Canarutto, appartenente alla comunità ebraica, non ritenne il fatto che Nora fosse incinta un problema, bensì, secondo Joyce, rimase favorevolmente colpita dalla sua attività d’insegnante presso la prestigiosa Berlitz School.

Nonostante i cordiali rapporti con i padroni di casa, Nora odiava l’idea di cucinare in una cucina condivisa, per cui i pasti venivano sempre consumati in ristorante, incidendo pesantemente sul bilancio familiare, alimentato dalla bassa paga di 42 corone a settimana della Berlitz e dalle entrate derivanti dalle lezioni private, in realtà vietate pena licenziamento dal direttore della scuola, ma che James aveva iniziato a dare anche a clienti importanti grazie al benevolo intervento del suo allievo, il conte Francesco Sordina. Sulle finanze gravavano anche le incursioni sempre più frequenti nei bordelli di Cavana, la zona malfamata di Trieste, e nelle osterie (fra le quali All’Alpino, Ai due Dalmati, Al pappagallo e Ai due leoni), dove lo scrittore abbondava nelle libagioni, forse anche per anestetizzare le frustrazioni derivanti da vari fattori fra i quali l’infelicità di Nora: ella da una parte, soffrendo eccessivamente il caldo, si sentiva talmente debole da dover stare a letto tutto il giorno, dall’altra, quando usciva di casa, percepiva grande imbarazzo avendo imparato sì e no trenta parole di Triestino, il dialetto usato a Trieste come lingua primaria di comunicazione, ed essendo guardata male, così narrava James, per via dei suoi vestiti miseri e del suo aspetto gonfio.

In realtà i due avevano fatto male i calcoli, per cui pensavano che la gravidanza di Nora fosse un mese indietro rispetto alla realtà. Fu per questo che il 27 luglio 1905 scambiarono per un’indigestione i dolori iniziali del travaglio e solo per un’improvvisa intuizione nel pomeriggio James, che stava andando a farsi una nuotata rinfrescante, tornò a casa trovando Nora in preda ai dolori. Provvidenziale fu ancora la signore Canarutto la quale, non appena la coppia l’allertò, capì immediatamente la situazione e fece arrivare l’ostetrica Giuseppina Scaber, mentre James rintracciava il dottor Singaglia, suo allievo, per assistere al parto e si univa al signor Moisè per la cena. Fu così che alle 21 circa nella casa di via San Nicolò venne alla luce Giorgio Joyce, così chiamato in memoria del fratello minore di James morto quattordicenne tre anni prima. Raccontò Nora che il bimbo, paffuto e silenzioso, veniva cullato dal babbo sulle note dell’Inno a San Giusto, composto dal maestro Giuseppe Sinico, il figlio del quale Francesco (se non il padre medesimo, ancorché ammalato) nello stesso anno dava lezioni di canto al dotatissimo James.

Dal punto di vista della scrittura, il periodo fu molto prolifico: mentre la stesura dei capitoli di Stephen Hero procedeva spedita, i racconti di Gente di Dublino si lasciavano scrivere con perfino maggiore facilità. In questa casa presero forma Un caso pietoso - o Un increscioso incidente, Pensione di famiglia, Rivalsa -o Un'Ave Maria o Contropartita, Il giorno dell'edera, Un incontro, Una madre e infine, a ottobre, Arabia e La grazia.

In autunno l’occasione di una cattedra vacante alla Berlitz che Artifoni avrebbe assegnato senza problemi al fratello, indusse James a insistere affinché Stanislaus lo raggiungesse a Trieste e vi si stabilisse. Spinto dalla prospettiva di carriera e dal piacere intellettuale di riunirsi al fratello, benché conscio che James l’avrebbe coinvolto ancora di più in richieste di denaro e di aiuto, Stanislaus affrontò uno scomodo viaggio in treno e arrivò a Trieste il 20 ottobre 1905, occupando una stanza dell’appartamento della signora Canarutto attigua a quella di Nora e James.
Quest’ultimo, come previsto, ritirava simultaneamente la paga del fratello e la propria e sperperava, in una vita più viziosa e onerosa delle proprie possibilità, le ottantadue corone settimanali complessive che, in altre mani, avrebbero permesso una vita più dignitosa per la famiglia Joyce.

La casa di via San Nicolò 30 risuonava delle urla dei litigi familiari: fra Nora e James era in corso una grandissima crisi, che aveva portato lo scrittore a confidare alla zia Josephine l’intenzione di lasciare la donna, e i due riuscirono a risolvere i grossi dissidi solo coalizzandosi contro il più mite Stanislaus, il quale tanto si prodigava, con i propri ammonimenti e recuperando James nelle osterie, a portare serenità nella coppia e nella famiglia.

A gennaio i Francini Bruni proposero di prendere in affitto un appartamento insieme, come già fatto a Pola: allettati dalla possibilità di vivere in spazi più ampi e da loro arredati, con gli amici coi quali avevano già convissuto in armonia, James e Nora si convinsero a traslocare e lasciarono la casa di via San Nicolò il 24 febbraio del 1906.


Non vi è alcun documento ufficiale né fotografico del palazzo di via San Nicolò 30 nel quale Joyce e Nora soggiornarono e dove vide la luce il loro figlio primogenito Giorgio; la famiglia irlandese non risulta nemmeno registrata, per cui la permanenza è stata ricostruita grazie ai carteggi e alle biografie di James Joyce. L’edificio venne abbattuto e al suo posto venne edificato un palazzo, terminato il 27 settembre 1906, divenuto famoso perché il pianoterra ospita dal 1919 la libreria di Umberto Saba, oggi condotta dal figlio del braccio destro del poeta triestino.

Categorie

  • Luoghi dove ha vissuto - Abitazioni
  • La famiglia Joyce - Stanislaus Joyce (Fratello)

Riferimenti

  • Gente di Dublino - A painful case
  • Gente di Dublino - The boarding house
  • Gente di Dublino - Counterparts
  • Gente di Dublino - Ivy day in the committee room
  • Gente di Dublino - An Encounter
  • Gente di Dublino - A mother
  • Gente di Dublino - Araby
  • Gente di Dublino - Grace

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