Via della Sanità, 2 (Ora Via Armando Diaz, 2)

Italia, Trieste


Luogo esistente
Scheda completata

Il 17 maggio del 1919, dopo aver trascorso quattro anni a Zurigo, James Joyce tornò a Trieste, non più austriaca, con Nora e i figli Giorgio e Lucia.
Non avendo più un soldo (la signora Edith Rockefeller McCormick aveva improvvisamente sospeso il sussidio che inviava allo scrittore quale mecenate), si stabilirono direttamente a casa della sorella di lui, Eileen, che quattro anni prima aveva sposato il cassiere ceco Frantisek Schaurek.
Eileen aveva un cuore generoso e il familiare a cui era più legata era proprio il fratello maggiore James, che peraltro anni prima l’aveva recuperata, in situazione d’indigenza, e portata a Trieste dove la ragazza si era costruita una vita e una famiglia.

L’abitazione di Eileen si trovava al terzo piano del palazzo nell’attuale via Diaz (allora via della Sanità, N. Tav. 500-575) al numero civico 2, vicino al lungomare e alla piazza principale di Trieste. Casa De Seppi, che prese il nome dal ricco commerciante Federico De Seppi, fu progettata dall’architetto Giovanni Righetti nel 1879. Durante i lavori di scavo delle fondamenta, emersero strutture murarie che furono attribuite al cosiddetto Castello Amarina, fortificazione costruita nel 1375 e abbattuta cinque anni dopo; l’edificio venne costruito su queste rovine, ma in ricordo di esse venne posta nell’atrio della casa una targa commemorativa recante il disegno, elaborato dallo stesso arch. Giovanni Righetti, della pianta e della posizione dei resti murari del Castello.
Eileen, alla quale James nel viaggio in Irlanda aveva portato anche stivali e un cappotto, vista la situazione di povertà in cui versava, non aveva più problemi economici e ciò si vedeva anche dall’abitazione, in un edificio signorile, in stile eclettico, caratterizzato da un portale ad arco maestoso, sormontato da tre terrazze di dimensioni decrescenti.

L’appartamento era effettivamente molto spazioso e a un certo punto accolse ben undici persone: Eileen, Frank, le due figlie Bozena (Beatrice) Berta – i cui nomi derivavano dalle due protagoniste di “Exiles” ed Eleonora detta Nora, James, Nora, Giorgio, Lucia, Stanislaus, tornato a guerra finita dalla prigionia a Katzenau, nella periferie di Linz, la cuoca Ivanka e la bambinaia Loiska.

Spesso la casa risuonava di musica: Eileen, che studiava con il maestro Collazza, adorava le arie operistiche, Stanislaus cantava in Tedesco, Lucia amava proporre Ah, moon of my de light, Giorgio esibiva la sua voce da basso baritono e James (tenore) cantava in Italiano. La canzone che tutta la famiglia amava cantare insieme con passione era It’s a long way to Tipperary, ma Jim componeva anche musiche e parole, fra le quali un motivetto scherzoso sulla figlia Era una piccola bambina che rideva durante il giorno e non dormiva durante la notte. Amava giocare coi bambini, per esempio a “Forfeits”, un gioco di penitenze. Stanislaus, definito da Eileen “Prussiano”, viveva in maniera più defilata nella sua piccola camera e parlava con inflessione tedesca, ma si divertiva a passare il tempo coi bambini insegnando loro ginnastica.

In quest’ultimo periodo passato a Trieste, Joyce riprese a insegnare a lingua e corrispondenza inglese alla Scuola Superiore di Commercio Revoltella, dove era stato docente già dal 1913, anche se non rimase soddisfatto dello scarso stipendio ricevuto e delle sole sei ore settimanali che l’istituto gli riservò.
Terminò i capitoli Nausicaa e Le Mandrie del Sole del suo capolavoro Ulissee iniziò Circe, per il quale trasse ispirazione dalla zona alle spalle della sua abitazione, dove osterie e bordelli si alternavano nella cosiddetta “Città vecchia”, molto frequentata da James che ne sentiva i richiami: C'è a Trieste nel quartiere di mio cognato - scriveva a Italo Svevo – l'immobile segnato col numero politico e tavolare di via della Sanità 2, e precisamente situato al III piano del suddetto immobile in parola e prospettante i postriboli di pubblica insicurezza.... Frequentava anche i ristoranti Antica Bonavia e il Grande Ristorante Dreher “Borsa Vecchia”, accompagnato spesso dall’ex allievo Oscar Schwars e dal pittore Tullio Silvestri, il quale ritrasse in tempi differenti sia Nora che James. Tornò a frequentare anche Francini Bruni e Benco.
Vennero anche pubblicate le traduzioni di Exiles a cura di Carlo Linati su “Il Convegno” e di A Memory Of the Players In a Mirror at Midnight sulla rivista “Poesia”.

Avendo un rapporto sempre più conflittuale con il fratello Stanislaus, al quale lasciò comunque la cattedra presso la Scuola Revoltella, e non riconoscendo più la città che nel 1909 gli aveva fatto scrivere in una lettera a Nora La mia anima è a Trieste, l’irrequieto James iniziò a meditare di trasferire la famiglia a Londra oppure a Dublino. Fu l’incontro a Sirmione con Ezra Pound, nel giugno del 1920, a scombinare i piani poiché lo scrittore statunitense lo convinse a fare una tappa a Parigi durante il tragitto e, una volta arrivatovi, Joyce decise di fermarsi nella città francese, inizialmente all'albergo Lenox. James lasciò con la sua famiglia la casa di via Sanità il 3 luglio del 1920, abbandonando scritti e libri che vennero poi raccolti da Stanislaus, il quale si prodigò nel diffonderli per rendere gloria al fratello, col quale il rapporto era tanto conflittuale quanto necessario da parte di entrambi.

Scrisse all’amico Italo Svevo una lettere in dialetto triestino chiedendo di recuperare le carte relative l’Ulisse dall’appartamento di Eileen, facendo particolare attenzione a riporle senza confonderle: Dunque, caro Signor Schmitz, se ghe xe qualche d’un de Sua famiglia che viaggia per ste parti la mi faria un regalo portando nel fagotto che non xe pesante gnianche per un omo poiché, La mi capisse ze pien de carte che mi go scritto pulido, co la penna e qualche volta anche col ‘bleistiff’ [matita] quando iera la pena. Ma ocio a no sbregar el lastico, poiché allora nasarà confusion fra le carte. El meio sarà de cior la valigia che se pol serar colla ciave che nissun pol verzer. Ne ghe xe tante de ste trappole da vender da ‘Greintz Neffen’ rente al Piccolo che passa mio fradel el Professore della ‘Berlitz-Cul’. Ogni modo La mi scriva un per de parole, dai, come la magnemo.. Italo Svevo gliele portò in occasione di un viaggio a Parigi.

Dopo quel 3 luglio 1920, James Joyce non tornò mai più a Trieste.

Categorie

  • Luoghi dove ha vissuto - Abitazioni
  • La famiglia Joyce - Eileen Joyce (Sorella)

Riferimenti

  • Ulisse - 13 - Nausicaa
  • Ulisse - 14 - Le mandrie del sole
  • Ulisse - 15 - Circe

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