Luogo esistente
Scheda completata
Il 24 di agosto del 1910, la famiglia Joyce si stabilì da via Scussa all’appartamento al terzo piano dell'edificio in via della Barriera Vecchia. Esso era stato progettato nella seconda metà dell’Ottocento in uno stile settecentesco essenziale rispetto ai palazzi attigui, come il ben più elaborato edificio del Caffè Bizantino, al quale James preferiva, comunque, la Pasticceria Pirona, posta sul lato opposto della propria abitazione.
Sebbene l'appartamento fosse di proprietà della famiglia Cosmitz, chi esercitava le funzioni di locatore, o forse di subaffittatore, era il farmacista Giovanni Antonio Picciòla, di origini umaghesi, col quale il rapporto fu a dir poco burrascoso, come testimonia il vivace e livoroso carteggio fra i due, oggi conservato nel Museo della Farmacia Picciòla, esposizione trasferita a Vercelli. Picciòla, titolare della tuttora esistente e omonima farmacia sita al pianoterra, sollecitava e minacciava di sfratto James Joyce, il quale replicava nel vano tentativo di ottenere delle dilazioni, vista l’oggettiva difficoltà di far fronte al pagamento dell’affitto.
Durante quel periodo, Joyce attraversò diverse delusioni. Tentò di convincere, senza successo, George Roberts della Maunsel & Company a pubblicare Gente di Dublino, arrivando a scrivere nel 1911 una lettera a re Giorgio V per tentare di porre fine a delle censure, operate dal potenziale editore, riguardanti epiteti riferiti al re Edoardo VII e alla regina Vittoria. La frustrazione gli fece scagliare nella stufa il manoscritto del Ritratto dell'Artista da Giovane: fu Eileen a recuperare più pagine possibili direttamente dalle fiamme. Il fratello nei giorni successivi le regalò un paio di guanti. Sostenne nell’aprile del 1912 un esame di abilitazione all’insegnamento a Padova senza ottenerla in quanto, nonostante il lusinghiero risultato delle prove, non gli venne riconosciuta l’equipollenza del titolo di studi ottenuto presso l’Università di Dublino; non riuscì, il 5 agosto del 1912, temporaneamente in Irlanda, a fare lo scoop giornalistico d’intervistare Guglielmo Marconi e di visitare il suo centro di trasmissione di messaggi transatlantici senza fili a Derrygimlagh Bog, nonostante si fosse recato da Galway a Clifden in bici con quell’intento; nello stesso anno, s’insinuarono dubbi sul caro amico e prodirettore de Il Piccolo della sera, Roberto Prezioso, le quali mire su Nora incrinarono i rapporti fra i due.
Intraprendendo il viaggio in Irlanda, con arrivo a Galway il 16 luglio 1912, ai fini di ricongiungersi a Nora e Lucia (partite una settimana prima) insieme a Giorgio, James lasciò al fratello Stanislaus l’incarico di ammansire il Picciòla, spiegandogli epistolarmente il qui pro quo avvenuto a causa dell’agente immobiliare: questi si sarebbe offerto come intermediario nel sistemare la controversia col farmacista, il quale, secondo questi, a dispetto delle ingiunzioni e dalle epistole non proprio amichevoli, avrebbe proclamato affetto ed empatia verso Joyce (...) Picciola mi era molto affezionato e intendeva prendere lezioni d'Inglese da me durante l'inverno. L'agente immobiliare, secondo James, avrebbe assicurato che l'ingiunzione di sfratto di febbraio fosse cosa superata. Così non fu e ai primi di settembre del 1912, James, la compagna Nora e i figli Giorgio e Lucia, rispettivamente di 7 e 5 anni, si trovarono sfrattati dall’appartamento di Barriera Vecchia e i loro averi vennero distribuiti ad amici triestini (i mobili più importanti in casa della signora Borsieri, la dirimpettaia, e i manoscritti alla moglie di Alessandro Francini Bruni).
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